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Presentazione al Tempio

Uffizi, Florence

La "Presentazione al Tempio" di Ambrogio Lorenzetti è una delle sue opere più significative, realizzata intorno al 1342 e conservata presso il Museo dell'Opera del Duomo di Siena. Il dipinto fa parte di un ciclo di affreschi che decorano l'interno di una cappella della cattedrale di Siena e rappresenta un capolavoro della pittura senese del Trecento. Lorenzetti, noto per la sua maestria nella resa spaziale e nella capacità di rendere le emozioni attraverso il linguaggio pittorico, utilizza un’iconografia biblica per esplorare temi di spiritualità e umanità.

La scena rappresenta il momento in cui Maria e Giuseppe portano il Bambino Gesù al Tempio di Gerusalemme, come previsto dalla tradizione ebraica, per la purificazione della madre e per il ritiro del riscatto del primo genito, in osservanza della Legge mosaica (come descritto nel Vangelo di Luca, 2:22-40). Durante l’episodio, il sacerdote Simeone riconosce il Bambino come il Salvatore e lo benedice, mentre la profetessa Anna lo adora.

La scena si sviluppa in un’ambientazione ricca di dettagli architettonici, simbolici e narrativi, che offrono numerosi spunti per comprendere il messaggio che l’artista intende trasmettere. Il dipinto si inserisce nel contesto della devozione cristiana del periodo, ma anche nella riflessione teologica sulla sacralità e sull'umanità di Cristo, rappresentato nel suo stato infantile, un simbolo di salvezza per l'intera umanità.


1. La Composizione Generale
La scena si svolge all'interno di un ampio e maestoso tempio, con colonne imponenti e un ambientazione architettonica che suggerisce una realizzazione che vuole apparire come una sorta di spazio ideale e simbolico. La composizione si sviluppa in più piani e livelli, con una prospettiva che si avvicina alla visione spazialista tipica della pittura senese e che anticipa certe innovazioni prospettiche. La prospettiva centrale è enfatizzata dalle linee architettoniche che convergono verso il fondo, creando un effetto di profondità.

2. I Personaggi Principali
Nel dipinto, i principali protagonisti della scena sono la Madonna con il Bambino, San Giuseppe, Simeone e la profetessa Anna, ciascuno dei quali riveste un ruolo importante, sia simbolico che narrativo.

Maria è ritratta al centro della composizione, mentre tiene in braccio il Bambino Gesù. La sua figura è molto serena e composta, il che sottolinea la sua maternità divina. La Madonna è vestita con un ricco mantello blu, simbolo di purezza e regalità, e il suo volto è dolce e radioso, ma privo di eccessiva emotività. Maria rappresenta la figura di una madre devota che presenta il Figlio a Dio, senza ostentazioni, ma con grande umanità e spiritualità.

Gesù Bambino è il protagonista dell'evento, ma la sua figura è sorprendentemente sobria per un'opera di questo tipo. Il Bambino è avvolto in un panno bianco, e lo sguardo del pittore si concentra più sulla sua innocenza e divinità che su un’espressione di tenera infanzia. Il gesto di Simeone che prende il Bambino in braccio e lo benedice è l'elemento culminante della scena.

San Giuseppe, che sta dietro la Madonna, è rappresentato con un’espressione più introversa e meno visibile. Il suo ruolo di compagno di Maria e di padre adottivo di Gesù è importante, ma più discreto rispetto a quello degli altri personaggi.

Simeone, il sacerdote, si trova di fronte alla Madonna e tiene il Bambino con entrambe le mani. La sua postura è quella di chi accoglie e riconosce il Messia. Il suo volto esprime una grande venerazione, mentre il suo gesto di sollevare il Bambino è simbolico dell'accoglienza del Salvatore.

La profetessa Anna, che è raffigurata a sinistra, guarda il Bambino con un’espressione di devozione e adorazione, evidenziando l’aspetto profetico dell’evento.

3. L'Ambientazione e lo Spazio
La scena si svolge in un grande tempio, con una serie di colonne corinzie che creano una struttura solenne e maestosa. L’architettura ha una grande verticalità, e le linee di fuga convergono al centro, creando un forte senso di profondità spaziale. Le colonne e le arcate contribuiscono a conferire un’atmosfera sacra e divina, mentre la simmetria della composizione e la maestosità dell’edificio evocano l’idea di un luogo perfetto, che è il tempio di Dio.

La scena è ambientata in un contesto che pur essendo spirituale è trattato con una certa realismo architettonico, in modo da suggerire che l’evento sacro ha avuto luogo in un contesto terreno, ma altamente simbolico. L'interno del tempio, decorato in modo sobrio, offre uno sfondo che rispetta la solennità del momento, ma che non distrae mai dal significato religioso dell'azione.

4. I Colori e la Luce
Ambrogio Lorenzetti usa una tavolozza di colori ricchi e vibranti. Il blu della veste della Madonna, il giallo delle tuniche dei personaggi, e l'oro che adorna alcune parti dell'architettura contribuiscono a creare un’atmosfera di luce divina. La luce è utilizzata in modo da enfatizzare i volti dei personaggi e le mani, specialmente quelle di Simeone che solleva il Bambino, così da focalizzare l’attenzione sulla dimensione spirituale e sul significato simbolico dell’atto di presentazione al Tempio.

Le sfumature morbide e l’uso di colori luminosi conferiscono al dipinto una sensazione di calore spirituale, ma anche di realismo umano, in cui i personaggi sono collocati in un ambiente che, pur essendo sacro, ha una forte connotazione terrena.

5. Simbolismo e Tematica
Il tema della Presentazione al Tempio non è solo un racconto evangelico, ma anche un simbolo della purezza di Maria, della devozione dei genitori di Gesù e del riconoscimento del Bambino come Messia da parte di Simeone e Anna. La purificazione di Maria, che si compie attraverso questo atto, sottolinea la sua perfezione spirituale, mentre l’accoglienza di Gesù nel Tempio rappresenta l’iniziativa divina che si compie per la salvezza dell'umanità.

Anche il gesto di Simeone di benedire il Bambino, esprimendo una profonda visione profetica, diventa simbolo del passaggio dal vecchio al nuovo ordine, con l’arrivo di Cristo come compimento della legge antica. Il dipinto, quindi, non è solo una narrazione di un episodio biblico, ma anche una riflessione teologica sul ruolo di Cristo come Salvatore e sul suo rapporto con la tradizione ebraica.

6. La Tecnica e lo Stile
La tecnica pittorica di Lorenzetti è caratterizzata da un uso sapiente della prospettiva e della modellazione delle figure, che appaiono solida ma anche spirituale. I volti sono espressivi e le pose dei personaggi sono naturali, ma anche idealizzate, rispecchiando il perfetto equilibrio che l’artista raggiunge tra realismo e idealizzazione.

Il realismo architettonico, combinato con l’attenzione ai dettagli dei personaggi e delle loro espressioni psicologiche, contribuisce a rendere l’opera non solo un’affermazione religiosa, ma anche un esempio straordinario di maestria tecnica. La scena si sviluppa su più piani spaziali, con una prospettiva geometrica che anticipa in parte quella che sarebbe diventata una caratteristica fondamentale della pittura del Rinascimento.


La "Presentazione al Tempio" di Ambrogio Lorenzetti è un capolavoro che fonde religiosità e realismo in un'opera ricca di simbolismo e di eleganza formale. Il dipinto non è solo una narrazione di un episodio evangelico, ma anche un’affermazione della dimensione spirituale e umana del Cristo bambino, così come del suo ruolo salvifico per l'umanità. La composizione equilibrata, l'uso della luce e il trattamento delle figure rendono quest’opera uno dei momenti più alti della pittura senese del Trecento.

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